L’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM) ha irrogato una sanzione complessiva di oltre 32 milioni di euro per abuso di posizione dominante perpetrato nel periodo compreso tra il 1° gennaio 2018 e il 31 dicembre 2023 nei confronti di un’impresa attiva nella produzione di materiali bioplastici (i cosiddetti bio-compound), destinati alla produzione di sacchetti per la spesa e di sacchetti ultraleggeri per ortofrutta. Questo settore è particolarmente strategico per il contrasto dell’impatto ambientale, poiché la normativa italiana – in attuazione della Direttiva UE 2015/720 – prevede che tali sacchetti devono essere biodegradabili, compostabili e, nel caso degli ultraleggeri, composti almeno per il 60% da materia prima rinnovabile.
Secondo quanto accertato dall’AGCM, l’impresa ha sviluppato un materiale conforme a tali requisiti, acquisendo una posizione dominante nella produzione nazionale di bio-compound, con quote di mercato superiori al 50% nel segmento dei sacchetti per la spesa e oltre il 70% in quello dei sacchetti ultraleggeri.
L’abuso è stato realizzato tramite la creazione di un doppio sistema di accordi con clausole di approvvigionamento esclusivo a due livelli della filiera, che ha ostacolato l’accesso al mercato da parte dei concorrenti. A monte,con i trasformatori (cioè i clienti diretti che acquistano bio-compound per realizzare i sacchetti): questi soggetti erano vincolati a rifornirsi esclusivamente dal produttore in questione.
A valle, con le catene della grande distribuzione organizzata (GDO), principali acquirenti finali dei sacchetti: queste erano, a loro volta, vincolate a utilizzare prodotti realizzati con il materiale del produttore dominante, acquistandoli solo tramite i trasformatori autorizzati. Tali accordi coprivano fino al 44% della domanda espressa dalla GDO e contribuivano in modo significativo (fino al 51%) al fatturato dei trasformatori vincolati.
Questo meccanismo di esclusiva bilaterale ha determinato una politica abusiva escludente per i concorrenti di tale società. Da un lato, i trasformatori avevano convenienza a sottoscrivere le clausole di esclusiva, poiché la GDO acquistava solo sacchetti realizzati con quel materiale specifico. Dall’altro lato, le catene distributive erano incentivate a mantenere gli accordi di esclusiva, dato che la maggior parte dei trasformatori disponibili sul mercato era legata al produttore dominante.
Secondo l’AGCM, tale sistema ha limitato gravemente la concorrenza nei mercati della produzione e vendita di bio-compound conformi alla normativa, impedendo ai concorrenti di accedere efficacemente alla filiera. Il danno, a questo punto, non è solo concorrenziale, ma potenzialmente anche ambientale: ostacolando lo sviluppo di materiali alternativi e innovativi, viene compromesso l’obiettivo europeo di promuovere soluzioni più sostenibili, efficienti ed economicamente accessibili nel campo delle bioplastiche.
Qui il link al comunicato stampa dell’AGCM.