I Beatles pubblicano nuove registrazioni “live” ufficiali: effetti collaterali del Diritto d’Autore

E’ notizia recente che la Apple Records, etichetta fondata dagli stessi Fab Four nel 1968 per distribuire i loro dischi (e tutt’ora detentrice dei diritti sulle opere del gruppo), ha deciso di pubblicare ben 59 nuove tracce “live”, precedentemente oggetto di soli bootleg non ufficiali.

Le motivazioni di tale inaspettata e non annunciata release?

Il cambiamento – o meglio, l’adeguamento – della normativa britannica in materia di copyright, con il passaggio dei diritti sulle esecuzioni (e relative registrazioni) da 50 a 70 anni.

L’origine della modifica legislativa risale al 2011, quando l’Unione Europea – con Direttiva n. 2011/77/EU (reperibile qui) – ha inteso estendere proprio i diritti sulle registrazioni delle esecuzioni di opere dal vivo di ben 20 anni. Tuttavia, lo United Kingdom non ha implementato le nuove norme sino al novembre 2013, così procrastinando l’entrata in vigore dei “nuovi” termini del diritto.

Ma non è tutto: successivi emendamenti alla Direttiva hanno altresì introdotto un ulteriore vincolo per godere dell’estensione. Infatti, qualora una traccia rimanga privata e non sia pubblicata, il termine resta quello originale (50 anni): tale clausola è stata anche definita con l’espressione “use it or lose it“.

Ecco spiegato l’arcano di una pubblicazione tanto repentina quanto imprevista: le tracce, che sono datate 1963, ancorchè oggetto di diffusione già tramite bootleg non ufficiali ora potranno restare nel patrimonio della Apple Records ancora per vent’anni, sino a tutto il 2033.

Un altro esempio lampante di come le novità legislative siano state – forse in modo meno riservato – recepite da altri grandi artisti è dato da un recente rilascio di tracce ad opera di Bob Dylan. Il grande artista ha infatti deciso di intitolare il proprio album “live”, composto da ben 86 tracce, così: “The Copyright Extension Collection Vol. 1” (oltretutto rilasciandolo in sole 100 copie).

L’interrogativo che resta è uno, tuttavia: tale modifica normativa permetterà ai fan di “conquistare” nuove opere dei propri idoli, rilasciate ufficialmente, oppure limiterà la diffusione di tracce registrate per ulteriori venti anni dall’esecuzione, a tutto vantaggio delle case discografiche?

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